Giovanna Rovedo, Congegno elettronico e Collettivo Extra Moenia sono i tre finalisti del bando Coreografi in Movimento indetto da Movimento Danza, Ente di Promozione Nazionale della Danza.

Giunto alla sua seconda edizione, il bando intende sostenere le nuove creazioni di giovani coreografi, performer e gruppi, offrendo ospitalità presso Movimento Danza ed un sostegno concreto per la messa in scena dei lavori.

La finale si terrà sabato 11 ottobre presso il Teatro Stabile di Napoli.
L’ingresso è libero.
Di seguito le sinossi delle tre coreografie in scena.

DINO
di Giovanna Rovedo
“Dino” è un lavoro che parla di esclusione sociale, parla di una persona che vive con altri punti di vista, manipola la realtà e le persone che gli stanno accanto per uno scopo coraggioso: la sua arte, il suo messaggio.
Questo è un lavoro evocativo che vuole ricordare a tutti di ascoltare profondamente anche la sconcertante diversità.

GROSS WEIGHT
della compagnia Congegno elettronico
con Mara Foschini e Ilaria Iannaccone
“Gross Weight” è la trascrizione corporea de “L’amplesso delle aquile” poesia di W.Ehitman. Nasce per dare risposta a diversi quesiti legati al peso scenico del performer; momenti che si legano, poetica, comicità, in usualità. I performer sono coinvolti in un flusso di energia continua e mutevole e come uccelli in volo si liberano nello spazio narrando la storia di due osservatori.

FALSI RICORDI | ARCHITETTURE STONATE DI UN GIORNO QUALUNQUE
della compagnia Collettivo Extra Moenia
con Stellario Di Blasi, Giovanna Perdichizzi, Valeria Giusy Fichera e Silvia Oteri
Esordiamo così, fuori e dentro le nostre mura volgendo il nostro sguardo attraverso un viaggio onirico tra fantasticherie e chimere; presentiamo sequenze di eventi che appaiono come momenti realmente accaduti o uno stato dissociativo tra la veglia e il sonno. Falsi ricordi o narcolessie che quotidianamente lottano per avere un posto nella realtà?
Con un “effetto di realtà quotidiana”, non più folle del reale, in confusione tra i ricordi concreti e quelli del sonno e grazie a un percorso sperimentale, ottenuto dall’utilizzo di oggetti di uso comune ridicolizzati e traslati con un ironico e allegorico “ready-made”, il lavoro ricompone nostalgicamente l’immaginario fantastico della creatività giocosa e infantile persa assieme all’adolescenza.
Una magia questa, che si snoda a delimitare il ring di uno spazio e di un tempo frammentato ma ben appianato, eterogeneo, eppure armonico; un incantesimo che colora il confine surreale di un’architettura eretta tra noi stessi e il sociale: in un giorno qualunque, in cui tutto o nulla può accadere.