Irene Fiordilino è una giovane coreografa e danzatrice palermitana, attualmente basata a Londra.
A settembre 2018 Irene ha completato il Master (MFA) in Coreografia presso il Trinity Laban
(Londra, UK), nel 2016 ha conseguito il Diploma di Laurea di II livello in Danza Contemporanea e
Coreografia presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma (Summa cum laude).
Nel 2018 Irene ha lavorato in Europa e in India, sia come insegnante che come performer e coreografa. In particolare ha insegnato tecnica contemporanea, composizione e improvvisazione presso i festival FLUID (Bangalore) e Himachal (Dharamshala); durante la Summer School di Stance Dance Studio (Delhi) e per la Company Theater diretta da Atul Kumar (Bombay). Irene ha anche lavorato come coreografa ospite per la compagnia Meeraqi durante lo sviluppo della produzione Dream Baby Dream (Bangalore).
Nel 2018 Irene ha inoltre presentato Power-trip – creato in collaborazione con Ronita Mookerji – presso il Play Practice Residency (Bangalore) e Siobhan Davies Studios (Londra); Upside Down presso il Laban Theater e Siobhan Davies Studios (Londra); Square Mythologies – creato in collaborazione con l’architetto Virna Koutla – presso il festival Adapt (Atene); “Self-portrait in Yellow Shades” – presso il festival Abeerance # 12 (Londra) e presso il Zagreb Dance Center alla fine del 2017.
Tra le attività più importanti del 2017, Irene ha lavorato come danzatrice per Tony Thatcher in “Fragments from the Kamp” (Londra, Zagabria) e per Elena Kuokoli in “Esxercise: Les Noces” (Londra); come coreografa ha presentato “Dryads” (Londra); “Looking for a dance”; “Ex eadem matre” (Palermo); “Borderline” – creato per la compagnia giovanile ASDC Futuro Danza Palermo – presso il Gala della Danza (Palermo).

SELF-PORTRAIT IN YELLOW SHADES
di e con Irene Fiordilino

“Self-portrait in yellow shades” è un assolo di danza contemporanea della coreografa e performer
Irene Fiordilino. Il progetto nasce da un’intima riflessione sulla natura dell’autoritratto,
espressione di un profondo desiderio di trascendere il proprio corpo per fissarne un’immagine
unica ed essenziale fuori di sé. L’antinomia racchiusa nel concetto di autoritratto (autore e
personaggio, pittore e ritratto, soggetto e oggetto) rivela il profondo conflitto del nostro essere
umani, eternamente in cerca di un’immagine che ci identifichi senza rappresentarci. Danzare il
proprio autoritratto è manifestare la propria identità fugace nell’atto stesso della sua
trasformazione, nel tempo e nello spazio: unica testimonianza, una traccia in giallo.

musiche Nicola Porpora, Andreas Scholl
produzione Movimento Danza – Mibac

Progetto vincitore del bando dedicato ai giovani coreografi under 35 “Residanza – La casa della nuova coreografia 2018”

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