Nato a Santa Maria Capua Vetere, Marco Munno studia danza classica, moderna, contemporanea e hip hop presso “body&soul” di Marta Loffreda e Angelica Sessa. Vince numerose borse di studio tra cui quella per il corso di perfezionamento OCP diretto da Diana Florindi, VIVO ballet di Enzo Celli, Art Garage e RIDA.Ha lavorato in diverse compagnie di tetro e danza contemporanea tra cui Capatosta Dance Company, Lineout dance company, E.sperimenti Dance Company, Compagnia Danzaflux, Teatri di Carta, Casa del Contemporaneo.
Si esibisce con la Tanz Company Gervasi ed Opificio in Movimento per laboratori coreografici.
Partecipa a workshop con Helder Seabra (Wim Vandekeybus), Kristina Alleyne (Akram Khan), Hofesh Shecther Company, Fabian Thome Duten (Sidi Larbi), Elio Gervasi (Tanz Company Gervasi), Ken Ossola.

Marco Munno was born in Santa Maria Capua Vetere on 14/10/1998. He starts to approach to dance at 8 years old studying: Dance Ballet, Modern Dance, Contemporary Dance and Hip Hop. Access to OCP(Opificio Certificate Program) 2017/2018 for contemporary dancers directed by Diana Florindi. He worked in several theatrical and contemporary dance companies: CapatostaDance Company, Lineout dance company, E.sperimenti Dance Company, Compagnia Danzaflux, Teatri di Carta, Casa del Contemporaneo;he performs with Tanz Company Gervasi in a performance created as an artistic restitution of the workshop. He takes part to different workshops and intensives with: Helder Seabra, Kristina Alleyne, Hofesh Shecther Company, Fabian Thome Duten, Elio Gervasi (Tanz Company Gervasi), Ken Ossola and many others.

Knotting

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Idea e coreografia: Marco Munno

“Knotting” E’ un lavoro coreografico che ha come concetto base l’ immagine e il significato del nodo. Esso in senso metaforico è percepibile sotto forma di valenze simboliche e concettuali presenti nella vita e visibile attraverso dinamiche corporali che rimandano alla teoria fisica dei nodi, l’immagine di curve chiuse intrecciate nello spazio. Il nodo è un qualcosa di complicato, complesso, un centro nevralgico o addirittura vitale; alla nascita, la separazione dalla madre avviene con un nodo al cordone ombelicale. “Knotting” è frutto della voglia e della necessità di descrivere e inscenare un lato grigio della mente umana e dunque dell’uomo nella società, che ha la costante voglia di liberarsi dei vari problemi, limiti, costrizioni e nodi che però saranno sempre presenti sul suo percorso, ed è suo compito quello di trovare la soluzione per renderli meno stretti in modo da permettergli di vivere la vita che vuole ma stando attento a non liberarsene completamente poiché senza essi rischierebbe di vivere un’esistenza insignificante. La danza e il corpo sono gli strumenti utilizzati per interpretare il lavoro artistico; attraverso l’immagine e la concezione del nodo vengono rappresentate determinate condizioni che viviamo quotidianamente: il senso di costrizione e di oppressione. [scarica il dossier]

Idea and choreography: Marco Munno

“Knotting” is a choreographic work that has as its basic concept the image and the meaning of the knot. In a metaphorical sense it is perceptible in the form of symbolic and conceptual values present in life and visible through corporal dynamics that refer to the physical theory of nodes, the image of closed curves intertwined in space. The knot is something complicated, complex, a nerve center or even vital; at birth, the separation from the mother takes place with a knot to the umbilical cord. “Knotting” describes and stages one of the gray side of the human mind and therefore of man in society, which has the constant desire to get rid of the various problems, limits, constraints and knots that however will always be present on his path, and it is his task to find the solution to make them less tight so as to allow him to live the life that but being careful not to remove it completely, because without them would risk to live an insignificant existence. Dance and body are the tools used to interpret the artistic work; through image and conception of the node are represented certain conditions we live in daily: the sense of constriction and oppression. [download dossier]

Photo Credits: Pasquale Ottaiano