Z.A.C. è l’acronimo di “Zona (di) Attacco Creativo”, innovativo evento coreografico progettato e diretto da Gabriella Stazio per il Napoli Teatro Festival Italia. Si tratta di azioni performative di danza urbana a Napoli. L’evento ha “debuttato” in strada nel 2008 ed è stato ripetuto in diverse zone della città fino al 2012.

Perché ZAC?
Napoli è la città delle opportunità creative, molte (finora) mancate. Evidenziare l’assenza di spazi fisici e mentali “dedicati” alla creatività, attrarre il nomadismo individuale e volontario, facendolo divenire anche temporaneamente stanziale, è l’obiettivo prioritario di questo progetto.

Cos’è ZAC?
Z.A.C. è uno sciame di sciami, di raggruppamenti mobili e provvisori, che sorgono e scompaiono in funzione di obiettivi momentanei e mutevoli. Non hanno una forma definita. Solo una direzione di fuga che, in se stessa, determina la posizione dei leader e dei seguaci per la durata di quella traiettoria, o almeno per una sua parte. Nello sciame non esiste né divisione del lavoro, né la presenza di specialisti o di persone dotate di particolari capacità di insegnare ad altri. Solo la prossimità fisica e una generale direzione di movimento.

Facciamo ZAC!
Uno sciame di creativi – danza contemporanea di confine – sviluppa contemporaneamente performance a ciclo continuo negli spazi della città. L’azione performativa individua la zona urbana di cui lo sciame si appropria e i luoghi della città diventano i territori in cui il performer offre il suo corpo e se stesso al pubblico, disperdendo intorno segni, immagini, sensazioni che mutano i luoghi. Le performance avvengono nel dovunque in una zona evidenziata da “totem”, gli oggetti identificativi del progetto. Lontana dal teatro di strada, più vicina all’happening, la danza irrompe nello spazio quotidiano. Un’onda di movimento che si propaga nello spazio urbano. Durante l’ esplorazione, lo sciame arriva, nella tappa finale, all’occupazione simbolica di uno spazio pubblico dismesso, segnale verso la costruzione di un habitat in grado di generare, alimentare,  nutrire una creatività stanziale: case della creatività. Si crea il luogo mentale e fisico della creatività, una mescolanza intrecciata, una amalgama di creativi, pubblico, fruitori occasionali, creativi potenziali, che conduce alla costruzione di infrastrutture immateriali della creatività, come a forme di associazionismo temporanee.

Come si sviluppa ZAC?
I sistemi emergenti come Z.A.C. escludono ogni possibilità di controllo centrale. Bisogna costruirli, lasciare interagire localmente i loro comportamenti e stare a vedere cosa accade. Essi si affollano, ronzano, danzano ed interagiscono. Le loro azioni sorprendono e stupiscono perfino i loro creatori. Sono formati da creature semplici ma, insieme, si comportano in maniera più complessa di quanto possiamo predire. Gli sciami di Z.A.C., infine, si riuniscono nel luogo che la loro intelligenza collettiva sceglie per significare l’assenza di luoghi da destinare alla creatività.

Gabriella Stazio