Aurelio Di Virgilio

Aurelio Di Virgilio (1995, Pescara) is a performer and dance-maker who lives and works between Rome and Milan. He graduated from the school of Piccolo Teatro of Milan – Luca Ronconi (2017).

His choreographic and performative research is focused on heterogeneous tools such as choreographic scores, somatic practices, plastic elements and drawings to access personal memories and to reflect on the present we are living. Bodies are invited to relate each others by reconsidering their identity and their gestural codes to get in touch with the other.

Since 2020 he has presented his works in theatre, museums and art foundations, including Cango – Cantieri Goldonetta (Florence), La Fondazione – Fondazione Nicola del Roscio (Rome), Nuovo Teatro delle Commedie (Livorno), Fondazione smART (Rome), Museo della Città (Livorno), Sala Santa Rita (Rome).
He partecipate to Prender-si cura 2021 residency program, curated by Ilaria Mancia at the Mattatoio (Rome).

In 2022 he won the Più Erbacce research grant promoted by CIMD in collaboration with BASE (Milan).
He has collaborated as a performer for Collettivo Treppenwitz (Teatro Foce, LAC Lugano) and as assistant for Masako Matsushita on occasion of MOVING, a project sustained by Memorie Future, a cultural program organized by Fondazione Feltrinelli Triennale Milano and Terzo Paesaggio.

Aurelio Di Virgilio (1995, Pescara) è un dance-maker e performer che vive e lavora tra Roma e Milano. Si diploma presso la Scuola Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano. Continua la sua formazione seguendo coreograf* e artist* come Elena Giannotti, Virgilio Sieni, Daniele Albanese, Albert Quesada, Isabelle Schad, Daniele Ninarello, Olivia Grandville, Marco D’Agostin, La Tristura, gruppo nanou, Mattias Umpierrez.

La sua ricerca coreografica e performativa si avvale di strumenti eterogenei come scores coreografici, pratiche somatiche, elementi plastici e disegni per accedere a ricordi e riflessioni sul presente che possono invitare i corpi a relazionarsi riconsiderando la propria identità e i propri codici gestuali per entrare in contatto con l’altr*. Dal 2020 presenta i suoi lavori all’interno di teatri, musei e fondazioni d’arte, tra cui Cango – Cantieri Goldonetta (Firenze), La Fondazione – Fondazione Nicola del Roscio (Roma), Nuovo Teatro delle Commedie (Livorno), Fondazione smART (Roma), Museo della Città (Livorno), Sala Santa Rita (Roma). Rientra nel programma di residenza Prender-si cura 2021, curato da Ilaria Mancia presso il Mattatoio (Roma).

Nel 2022 vince la borsa di ricerca Più Erbacce promossa in collaborazione con BASE (Milano).
Ha collaborato come performer per Collettivo Treppenwitz (Teatro Foce, LAC Lugano) e come assistente per Masako Matsushita con il progetto Moving nell’ambito del programma Memorie Future organizzato da Fondazione Feltrinelli Triennale Milano e Terzo Paesaggio.

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JEPLANE

JEPLANE was born from the desire to reconstruct the dynamics that are unleashed in front of a landscape: thehorizon, the flattening of the world into a line, the feeling of the future.
The specific properties of this territory are instability and iridescence. The aim is to cast your eyes elsewhere, allowing yourself to say and to think things you never thought about, perhaps not to say anything. In a delicate and artificial set that wants to be an intimate place, Aurelio throws his body into imagined architectures that come from his own interior, preparing to build a clear, complex gaze full of history. JEPLANE appears as the place of impossible, invisible, interrupted bonds.

“For this occasion I found new eyes”

JEPLANE

JEPLANE è spinto dal desiderio di ricostruire le dinamiche che si scatenano davanti a un paesaggio. L’orizzonte, l’appiattimento del mondo in una linea, il sentimento del futuro. Le proprietà specifiche di questo territorio sono instabilità e iridescenza.Vedere un orizzonte insieme all’altr* è gettare gli occhi altrove, permettendosi dire cose mai pensate, forse di non dire nulla. In un set delicatamente artificiale che richiama un’ambientazione intima, Aurelio getta il corpo all’interno di architetture immaginate che provengono dalla propria interiorità preparandosi a costruire uno sguardo limpido, complesso e umido di storia. JEPLANE si presenta a tutti gli effetti come il luogo dei legami impossibili, invisibili, interrotti.

“Per questa occasione ho comprato degli occhi nuovi”

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