C’è chi canta col cuore, chi con la testa, chi con i piedi, chi con il corpo, chi magari con le sole mani – dice l’amico e M° Pasquale Scialò nel suo saggio “Venti voci per un lessico”.
E c’è chi danza col cuore, chi con la testa, chi con i “piedi”, chi con il corpo, chi magari con le sole mani.
La vera natura della cultura partenopea è fondata sulla tolleranza, sull’attitudine all’interazione, alla commistione: è il frutto dei continui scambi e contatti con i Sud del mondo.
I gesti, i suoni, i colori, gli oggetti, i simboli rimbalzano, riecheggiano, viaggiano trasportati dal mare e trovano ogni volta nuove collocazioni e riutilizzazioni.
Nasce così “Il canto delle mani” una coreografia in cui contaminazioni, connessioni, moltiplicazioni, sovrapposizioni e presenze simultanee convivano nel medesimo spazio/tempo.
Il ritmo della danza si gioca in un susseguirsi di immagini che si compongono e si scompongono in una linea di continuità non tanto logica, quanto analogica. I moduli coreutici si incrociano e si incatenano, lanciati e rilanciati da un capo all’altro della coreografia, fino a formare la tessitura di tutto l’impianto scenico, in cui la forza evocativa di una simbologia arcaica e rituale è “tradotta” in un linguaggio coreografico contemporaneo.

coreografia Gabriella Stazio
danzano Sonia Di Gennaro e Francesca Gifuni
musiche originali Luigi Stazio
musiche E’ Zezi Gruppo Operaio di Pomigliano d’Arco e della tradizione campana
luci Alessandro Messina

Produzione Movimento Danza – Ministero della Cultura – Regione Campania

Durata 19 minuti

Per informazioni: promozione@movimentodanza.org