Lucrezia Gabrieli è danzatrice, performer e giovane coreografa, ARTISTA ASSOCIATO della Compagnia ABBONDANZA/BERTONI e parte di 42STEMS, con spettacoli prodotti tra il 2018-22 da ANGHIARIDANCEHUB e VERSILIADANZA.
Al lavoro come interprete per altri coreografi (tra cui Greta Francolini, Alessandro Sciarroni, Marcella Galbusera, Virgilio Sieni) accosta quello di autrice con progetti propri.
Presenta a FabbricaEuropaPA35 nel 2018 il primo assolo, a cui seguono “Stretching one’s arms again” “#sunflowerexperience” e “Ninfee”.
Attualmente è al lavoro per “Passing Through” “Sola, al chiaro di Luna” e “GENERAZIONI SPENSIERATE.”.
Dal 2021 inoltre Lucrezia è insegnante di danza classica, contemporanea, impro e DanceWell® (attualmente conduce gli incontri DW al T. Grande di Brescia).
Lucrezia Gabrieli is a dancer, performer, and young choreographer. She is an ASSOCIATED ARTIST of the Company ABBONDANZA/BERTONI and a member of Collective 42STEMS. Before, she has been involved in productions between 2018 and 2022 by ANGHIARIDANCEHUB and VERSILIADANZA.
As an interpreter for other choreographers (including Greta Francolini, Alessandro Sciarroni, Marcella Galbusera, and Virgilio Sieni), she combines her work as an author with her own projects.
In 2018, she presented her first solo at FabbricaEuropaPA35, followed by performances titled “Stretching one’s arms again,” “#sunflowerexperience,” and “Ninfee.”
Currently, Lucrezia is working on “Passing Through,” “Sola, al chiaro di Luna,” and “GENERAZIONI SPENSIERATE.”
Since 2021, she has also been teaching classical, contemporary, improvisational and DanceWell® (currently leading DW sessions at Teatro Grande in Brescia).
Ninfee
Sulla scia delle precedenti creazioni, Stretching one’s arms again e #sunflowerexperience, ispirate a Mark Rothko e Vincent Van Gogh, anche in questa nuova produzione il processo creativo è un’occasione di incontro tra uno sguardo alla quotidianitá e all’epoca in cui viviamo e, dall’altro lato, i colori e la personalità di un pittore del passato.
Le principali fonti di ispirazione e di studio per iniziare la ricerca sono state le emozioni provate visitando e osservando i dipinti di Monet e in particolare la celebre Serie delle ninfee che si trova al Musée de l’Orangerie e una serie di riflessioni e scritti che trattano la relazione con l’altro al giorno d’oggi.
Con attenzione e apertura alla scoperta del corpo anche guidato dai materiali stessi, parte del processo creativo è stato sviluppato attraverso l’improvvisazione con i materiali (ghiaccio, acqua, bicchiere…) e con la creazione di suoni, rumori e ambienti che stimolino, custodiscano, richiamino, accolgano, disturbino il corpo. La relazione con la musica ha infatti un ruolo fondamentale, come nei progetti precedenti, e come intro e outro sono stati composti dei brani dal compositore, collega e amico Giacomo Calli (Collettivo 42STEMS) per accompagnare il pubblico alla e fuori dalla performance.
Il desiderio principale con questo progetto è indagare una condizione umana, elaborare attraverso il proprio sentire le immagini dipinte da Monet, attualizzarle, riabitarle e, anche attraverso atmosfere apparentemente distanti da quelle attraversate nei lavori precedenti, utilizzare diversi linguaggi artistici per aprire immaginari e scenari in cui lo spettatore possa perdersi o ritrovarsi e utilizzare l’arte per crescere nella quotidianità.
[…] “Che sia la relazione con una persona o con la Terra che ci ospita, il luogo porta le tracce delle nostre azioni e non ci resta che decidere se lasciar cadere tutto oppure prenderci cura di qualcosa di distrutto con l’augurio che sempre custodisca la sua, essenziale e trasformata, bellezza.”
Following the trail of previous creations, Stretching one’s arms again and #sunflowerexperience, inspired by Mark Rothko and Vincent Van Gogh, this new production also presents the creative process as an opportunity to encounter a look at everyday life and the era in which we live, and on the other hand, the colors and personality of an artist from the past. The main sources of inspiration and study to start the research were the emotions felt when visiting and observing Monet’s paintings, particularly the famous Water Lilies series located at the Musée de l’Orangerie, and a series of reflections and writings dealing with the relationship with the other in today’s world.
With attention and openness to the discovery of the body, also guided by the materials themselves, part of the creative process was developed through improvisation with materials (ice, water, glass…) and with the creation of sounds, noises, and environments that stimulate, guard, recall, welcome, disturb the body. The relationship with music indeed plays a fundamental role, as in previous projects, and as intro and outro, pieces were composed by the composer, colleague, and friend Giacomo Calli (Collective 42STEMS) to accompany the audience to and from the performance. The main desire with this project is to investigate a human condition, to elaborate through one’s own feelings the images painted by Monet, to update them, to re-inhabit.
“Whether it’s a relationship with a person or with the Earth that hosts us, the place carries the traces of our actions and all that remains is to decide whether to let everything fall or to take care of something destroyed, with the hope that it always preserves its essential and transformed beauty.”
